L’Associazione di volontariato I-care Europe Onlus, è riuscita, nel corso dell’anno 2019-2020, a proseguire le proprie attività per raggiungere obiettivi rivoluzionari nell’ambito della ricerca di metodologie scientifiche che non fanno uso di sperimentazione animale e che siano applicabili nella prevenzione, diagnosi e cura di tutte le patologie dell’essere umano.

I-Care Europe è inoltre impegnata nell’analisi, diagnosi e prevenzione del cambiamento climatico, principalmente nelle correlazioni con le diverse tipologie di scelte alimentari.

Una serie di attività che sono e devono per forza avere un approccio multidisciplinare.

Una di queste attività riguarda la sostituzione della sperimentazione su animali con altri metodi e il conseguente recupero/salvataggio degli animali dalla morte in laboratorio.

Questa attività si articola secondo quattro delicatissime e impegnative fasi: una prima fase prevede la sostituzione degli esperimenti, ossia vengono presentate ai ricercatori metodologie moderne che non fanno uso di animali.

Questa fase presuppone una grande conoscenza dei metodi scientifici di nuova generazione e la necessità di avere credibilità presso i ricercatori.

Tale credibilità è stata ottenuta con anni di lavoro sul campo da parte del Dott. Tettamanti, divenuto referente a livello internazionale per numerosi laboratori e istituzioni.

Il successo di questa attività è tale che, a seguito dell’eccellenza dei risultati raggiunti, sono gli stessi ricercatori attualmente a contattare I-Care Europe per sostituire gli esperimenti.

Da sottolineare anche che, essendo ridicolmente bassi i fondi statali per sviluppare la transizione dal modello animale ai metodi di rilevanza umana, in molti casi I-Care si fa carico anche del costo economico delle nuove metodologie con l’obiettivo, peraltro già raggiunto, di creare basilari precedenti per un prossimo cambio economico-politico a livello ministeriale.

Una seconda fase di questa attività prevede il momento del recupero e riabilitazione degli animali da laboratorio: ciò si rende inevitabile e necessario poiché, ad esempio, i laboratori che, grazie ad I-care, effettuano la transizione verso metodi ad alta tecnologia e senza uso di animali, cedono all’Associazione gli animali a quel punto ritenuti in esubero: da sottolineare che, se l’associazione non se ne facesse carico, questi verrebbero soppressi.

Tali animali non vengono mai in nessun caso rimpiazzati da altri, bensì da metodi che non ne fanno uso.

Grazie a questo immenso lavoro, non solo l’Associazione si è fatta carico del salvataggio di 20.491 animali, ma ha anche potuto osservare il drastico calo nell’utilizzo di animali da laboratorio negli ultimi 10 anni in Italia, da 865.000 (anno 2008) a 575.000 (anno 2017, dati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale).

Tornando a tutto ciò che implica questa seconda fase di recupero degli animali, l’attività dell’Associazione si concentra sull’organizzazione del trasporto e trasferimento presso rifugi precedentemente e accuratamente predisposti, fase particolarmente delicata, poiché occorrono esperienza e competenza per evitare danni agli animali durante i trasporti e i trasferimenti, con attenzioni e difficoltà specifiche a seconda delle specie che vengono salvate, topi, ratti, conigli, cani, cavalli.

Successivamente, dopo la prima accoglienza, arriva la terza fase, che prevede la riabilitazione vera e propria, altro momento estremamente delicato, poiché gli animali salvati dai laboratori, nati e cresciuti in un ambiente sterile e privo di stimoli, non possono passare bruscamente dalla gabbia a un ambiente libero (per gli animali da compagnia), né ricollocati nel loro ambiente naturale (per i selvatici).

Per questa complessa e delicata fase, l’Associazione prevede specifici protocolli di riabilitazione, a seconda della specie di animale salvata.

L’Associazione ha complessivamente riabilitato 20.491 animali, di cui 179 cani e 136 gatti (a seguito di un progetto che ha portato alla completa eliminazione dell’uso di gatti nei laboratori italiani), nonché cavalli, conigli e, soprattutto, roditori (il 90% degli animali utilizzati in Italia sono roditori).

Il problema della riabilitazione si pone anche quando gli animali non hanno ancora subito sperimentazione e sono quindi fisicamente sani, in quanto la loro condizione psicologica è comunque ormai alterata.

La riabilitazione di animali da laboratorio è infatti un’ attività inserita in un progetto più grande di I-Care, che ha tre obiettivi interconnessi: salvare gli animali dalla morte in laboratorio, modificare le linee guida ministeriali a livello politico ed economico per la progressiva sostituzione dell’uso di animali e dimostrare che anche animali non ancora sottoposti a sperimentazione sono già in stato di sofferenza anche solo per le condizioni di stabulazione in cui sono tenuti e questo, oltre a essere un problema etico di tutela degli animali, si trasforma in un ulteriore problema scientifico di invalidazione dei risultati sperimentali ottenuti con animali.

Un animale stressato, infatti, presenta modifiche metaboliche e fisiologiche e non potrebbe essere usato come modello sperimentale neanche per un altro animale della stessa specie.

L’ultima e altrettanto importante fase prevede il momento dell’adozione presso famiglie.

Questa fase riguarda animali che hanno sufficientemente superato la fase della riabilitazione.

Può riguardare un certo numero di topi e ratti, oppure conigli o cani.

Gli animali non adottati rimangono a vita presso i rifugi dell’Associazione, mentre ad esempio per i cavalli non è prevista ricerca di adozioni e rimangono a vita a loro carico, sia perché non sono generalmente in condizioni psicologiche tali da essere adottati, sia perché non è ancora diffusa la concezione di cavallo “da compagnia”, e naturalmente la politica dell’Associazione si oppone a qualunque forma di sfruttamento di questi animali.

Nelle fasi di accoglienza , riabilitazione e ricerca di adozioni, I Care si avvale del prezioso supporto dell’Associazione partner Freccia45.org, responsabile del rifugio “Gli Ultimi”.

Ma l’attività di I-Care Europe non si ferma qui, poiché l’Associazione organizza protocolli di ricerca, workshop, master per la ricerca scientifica senza uso di animali presso atenei italiani ed internazionali, come l’Università di Pavia, il Caat Europe della Konstanz University, il CNR di Roma, l’Università di Verona, l’Università di Genova (LUSH PRIZE Training courses in animal-free cell culture research nel 2013) , il centro Europeo ECVAM (European Center Validation Alternative Methods), l’Università di Trieste.

I-Care è impegnata per un salto di livello nella creazione del più avanzato centro di ricerca in Europa in grado di utilizzare sia Banche di Tessuti umani sia le più avanzate tecnologie scientifiche.

Tale progetto, denominato “Fondazione Paola”, ha l’ambizioso obiettivo di creare un centro italiano di eccellenza tecnologica per la diagnostica e la ricerca biomedica di rilevanza umana.

Con tale ricerca, si intende un insieme di moderne tecnologie di ultima generazione, ancora poco diffuse in Italia, che fanno uso di DNA, cellule, tessuti, organi e organoidi (organi ricreati) umani, in grado di simulare la complessità di un organismo umano.

Tali tecnologie utilizzano principalmente materiali umani di scarto di cliniche, biopsie e l’utilizzo di cellule staminali (pluripotenti indotte) per la ricostruzione personalizzata di organi umani sia sani, sia aventi specifiche malattie.

Tale centro diventerebbe immediatamente un basilare e importante punto di riferimento per il futuro della ricerca, la cosiddetta “ricerca personalizzata”, ossia modellata sulle singole, specifiche caratteristiche, esigenze e problematiche di ogni individuo. Nessuna di queste tecnologie fa uso di cellule staminali embrionali o di animali.

Il lavoro di I-Care è dunque esteso su molteplici fronti: la ricerca, la tutela della salute dell’uomo, il benessere degli animali, la salvaguardia dell’ambiente, dunque in poche parole si può a tutti gli effetti affermare che si prodiga con tutte le forze per costruire un mondo migliore.

Per aiutare I-Care vai sul sito www.icare-italia.org o www.ricer.care e scopri “come aiutare/sostienici”.

Per donare il 5 x 1000 ad I-Care nella tua dichiarazione dei redditi, modello Unico o CU inserisci il codice fiscale di I-Care 95064870124 nel riquadro della Ricerca scientifica e dell’Università.