Di tanto in tanto, viene divulgata dai media la notizia della scoperta dell’ennesimo vaccino anti-HIV efficace sui ”modelli animali” [1] che, di conseguenza, dovrebbe in qualche modo rincuorare e dare speranza a milioni di persone in tutto il mondo affette dall’AIDS. Notizia che, puntualmente, viene cavalcata e diffusa pomposamente dai sostenitori della ”sperimentazione animale” che la promuovono come ”ennesimo miracolo” ottenibile solo grazie a questa metodologia sperimentale.

Per quanto riguarda HIV e ‘’sperimentazione animale’’ , si consideri che fino ad oggi circa 100 vaccini sperimentali hanno funzionato su ‘’modelli animali’’, per poi fallire tuttavia in oltre 100 trials clinici su esseri umani [2].

Anche se un vaccino contro l’HIV dovesse essere scoperto domani stesso grazie agli studi animali questi ultimi non potrebbero essere comunque considerati come un valido sistema di modalità predittiva dell’esperienza umana di riferimento, in quanto il loro valore predittivo positivo in questo caso starebbe da qualche parte intorno ad uno 0.01 [3].

Questa attuale frustrante situazione ha portato alcuni ricercatori a concludere che:

‘’Nella ricerca sull’HIV/AIDS, l’uso di macachi è ampiamente considerato fallimentare e di discutibile rilevanza umana (157-164). Molti, se non tutti, dei circa 100 diversi tipi di vaccini anti-HIV sono stati testati nelle scimmie con risultati positivi, eppure nessuno ha dimostrato effetti protettivi o benefici terapeutici negli esseri umani, questo per via di importanti differenze tra i macachi infettati con il SIV (virus usato per infettare i modelli animali onde mimare il comportamento dell’HIV negli esseri umani, ndr) e gli esseri umani affetti da HIV (157,158,162,165-167).’’ [4]

 

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Inoltre, recentemente vaccini sperimentali (efficaci su animali) hanno addirittura favorito l’infezione del virus dell’ HIV negli esseri umani [5-6].

Come già detto, anche se domani stesso un vaccino efficace o una qualsiasi cura contro l’HIV (che è l’agente eziologico che comporta poi la malattia dell’AIDS) dovesse essere scoperta grazie ai tests su animali, questi ultimi non avrebbero contribuito significativamente alla sua scoperta, avendo chiaramente rallentato ed anzi fuorviato i ricercatori verso lo sviluppo del predetto vaccino, considerando debitamente i clamorosi fallimenti collezionati in decenni di costosissime ed estenuanti ricerche [7].

Rappresentare un unico risultato utile, come sovente fatto dai favorevoli alla ‘’s.a.’’, a monte di centinaia, a volte migliaia, di fallimenti non è affatto indicativo dell’utilità del metodo utilizzato, tutt’altro.

”Last but not least”, si consideri che è stata la ricerca clinica sugli esseri umani ad isolare il virus dell’HIV, a descrivere il decorso naturale della malattia ed identificare i fattori di rischio, e non la ”s.a.”. Con la ricerca in silico (sistemi computazionali) e quella in vitro (coltura di cellule e di tessuto), utilizzando globuli bianchi umani, sono state definite sia l’efficacia sia la tossicità degli attuali farmaci anti-AIDS, inclusi l’AZT, il 3TC ed enzimi inibitori (protease inhibitors), che hanno inciso significativamente sull’aspettativa di vita del paziente affetto da AIDS [8-9-10-11-12].

 

 

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Ciononostante, la legislazione vigente in pressochè tutti i paesi del mondo richiede ancora fuorvianti ed inaffidabili tests di efficacia e tossicità animale.

 

10 aprile 2016

 

Alfredo Lio

 

Bibliografia:

 

[1]  Valeria Pini. Aids, nuovo vaccino testato: “Sconfitto virus Hiv sulle scimmie”. La Repubblica.it, 31 ottobre 2013. http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2013/10/31/news/aids_nuovo_studio_sconfitto_il_virus_sulle_scimmie-69912666/

[2] Greek, R. The Ethical Implications for Humans in Light of the Poor Predictive Value of Animal Models. International Journal of Clinical Medicine 2014, 5, 966-1005. doi: 10.4236/ijcm.2014.516129.http://file.scirp.org/Html/3-2100870_48946.htm

[3] Greek, R. & Menache, A. Systematic Reviews of Animal Models: Methodology versus Epistemology. Int J Med Sci. 2013; 10(3): 206–221. Published online 2013 Jan 11. doi: 10.7150/ijms.5529.http://www.medsci.org/v10p0206.htm

[4] Bailey, J. Monkey-based research on human disease: the implications of genetic differences. Altern Lab Anim. 2014 Nov;42(5):287-317.http://www.neavs.org/docs/Monkey-based_Research_on_Human_Disease_-_The_Implications_of_Genetic_Differences_-_NEAVS_-_final.pdf

[5] Reardon, S. HIV vaccine raised infection risk. Nature, 17 October 2013. http://www.nature.com/news/hiv-vaccine-raised-infection-risk-1.13971

[6] Pippin, J, J. South Texas Law Review 2013; 54: 469-511. (pag. 476). http://faculty.smu.edu/jkazez/ar13/pippin.pdf

[7] Greek, R. Animal Models and the Development of an HIV Vaccine. J AIDS Clinic Res 2012, S8. doi: 10.4172/2155-6113.S8-001. http://omicsonline.org/animal-models-and-the-development-of-an-hiv-vaccine-2155-6113.S8-001.pdf

[8] Bailey, J. Non-human primates in medical research and drug development: a critical review. Biog Amines 2005; 19(4-6): 235–55. http://www.safermedicines.org/pdfs/reportbiogenic.pdf

[9] Haigwood, N, L. et al. Nonhuman Primate Models for AIDS, in: Conn, P, M. Sourcebook of Models for Biomedical Research. Springer Science & Business Media, 07 mar 2008 (pag. 565).

[10] Sharma, B. Exploring Experimental Animal Models in HIV/AIDS Research. Biochem Anal Biochem 2013, 2:2. http://omicsonline.org/exploring-experimental-animal-models-in-hivaids-research-2161-1009.1000129.pdf

[11] Wyand, M, S. The use of SIV-infected rhesus monkeys for the preclinical evaluation of AIDS drugs and vaccines. AIDS Res Hum Retroviruses. 1992 Mar;8(3):349-56. http://online.liebertpub.com/doi/pdfplus/10.1089/aid.1992.8.349

[12] Arora, T. et al. Substitute of Animals in Drug Research: An Approach Towards Fulfillment of 4R’s. Indian J Pharm Sci. 2011 Jan-Feb; 73(1): 1–6. doi: 10.4103/0250-474X.89750. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3224398/

[13] Barh, D. et al. OMICS: Biomedical Perspectives and Applications. CRC Press, 21 nov 2011. (pag. 504)